Cosa vuoi imparare?

Home  /  Blog  / Scenari DAD

Tracciare sentieri

Scenari di DAD: da Tolstoj al maestro Manzi

Davanti agli occhi degli insegnanti, passa sempre il futuro. 

 

La didattica a distanza non è mera riproduzione di pratiche tradizionali con strumenti virtuali. Richiede una tensione continua tra docente ed alunni, per trovare il giusto canale di comunicazione e mantenerlo vivo.

La DAD è a tratti evanescente come una connessione. Riduce il bagaglio al minimo, esige di dominare e vincere l’apatia di questi tempi sospesi. Se mancano gli sguardi d’insieme, la spontaneità, il circolo delle idee ed i prodotti tangibili della presenza, si provano a conciliare distanziamento e costruzione di senso tramite la creatività. Per continuare a “fare classe”, restare comunità. Rendere la Scuola, ovunque e comunque, un luogo accogliente.

Che ci sia di mezzo una cattedra, un prato, uno schermo o una piattaforma web, davanti agli occhi degli insegnanti, passa comunque una visione di futuro.

Lev Tolstoj innovatore e visionario lo fu di certo. Scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo, conte della tenuta di Jasnaja Poljana, duecento chilometri a sud di Mosca, era famoso, nobile e ricco.

Ma, a differenza di altri proprietari terrieri del suo tempo, era anche generoso e giusto, tanto che rese liberi i servi e distribuì terreni fra i suoi contadini. Ma sapeva anche che a nulla avrebbe giovato essere liberi dalla schiavitù della terra, se si restava schiavi dell’ignoranza e quanto la carenza di istruzione fosse una delle cause di dispotismo, violenza ed ingiustizia. A quel tempo, non esistevano scuole pubbliche e solo i figli dei nobili potevano permettersi un precettore.

Tolstoj di figli ne aveva ben tredici, una mezza scolaresca. Decise di aprire una scuola per tutti, figli di contadini ed artigiani inclusi, facendosi lui stesso maestro.

A metà Ottocento, presagiva una scuola senza lavagne, senza cattedre, senza banchi e formulava l’ipotesi che in futuro si sarebbe fatta lezione ovunque e con accesso “on demand”.

Dopo la prima scuola a Jasnaja Poljana ne fondò molte altre, sperimentando un metodo d’insegnamento a dir poco avanguardista, che si svolgeva anche all’aperto: una scuola al cui ingresso era scritto “entra ed esci liberamente”. I testi, l’Abbecedario ed i Libri di lettura erano scritti da Tolstoj stesso, integrando favole, racconti dal vero, disquisizioni su problemi veri o immaginari (ad esempio: «dove va a finire l’acqua del mare»). Insomma, si produceva da sé risorse e contenuti didattici, nell’ottica di un approccio libertario e di grande rispetto per la cultura dell’altro, senza pregiudizi.

Nel 1874 Tolstoj sospese la stesura di Anna Karenina per dedicarsi interamente alla pedagogia e alla direzione delle sue scuole, che erano oramai una settantina. Scrisse una Grammatica per le scuole rurali, toccando grandi tematiche riguardo l’istruzione. Un caposaldo consisteva nel promuovere la conoscenza che i bambini portavano da fuori la scuola, le abilità provenienti dal mondo non scolastico. Una scuola non dogmatica, ove far sorgere spontanea la necessità dell’istruzione, come avviene con la fame.

 Mirava ad un’educazione popolare di massa anche Alberto Manzi, docente, pedagogista e scrittore, che tenne in televisione per ben otto anni delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche innovative, dinanzi a classi composte di adulti analfabeti o semi-analfabeti.

 Il maestro Manzi, negli anni Sessanta portò la scuola nelle case degli italiani. Con garbo ed educazione, ma anche con innegabili doti di motivatore, riuscì ad individuare nella televisione un mezzo capace di annullare le distanze e di suscitare interesse vivo per l’istruzione.

 Il primo cardine di questa pedagogia attiva era cercare di mantenere nei soggetti, bambini di una classe o adulti davanti allo schermo, una “tensione cognitiva” (Manzi usa precisamente questa espressione) che li spingesse a voler sapere, ad aver voglia di scoprire qualcosa di nuovo.

 Il secondo cardine era che prima di insegnare qualunque cosa è necessario recuperare ciò che già si sa di quella cosa, per costruire un percorso didattico significante, non astratto e superficiale.  Proprio come sosteneva Tolstoj.

 Con “Non è mai troppo tardi. Corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta“, nell’Italia del boom economico il “Maestro degli italiani” tenne un’intera popolazione inchiodata alla Tv per 484 puntate, dal novembre 1960 al maggio 1968. Si stima che quasi un milione e mezzo di persone conseguirono la licenza elementare grazie a queste lezioni a distanza. Le trasmissioni avvenivano nel tardo pomeriggio, prima di cena, come in una scuola serale. Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva, con l’ausilio di un carboncino, semplici parole o lettere, accompagnate da un disegno dallo stile semplice ed essenziale, come riferimento. Alcune volte utilizzava anche una lavagna luminosa, per quei tempi assai suggestiva e misteriosa. Con mezzo secolo di anticipo, aveva ideato una lavagna multimediale. Insomma, ad Alberto Manzi non mancarono mai il carisma e le idee per rendere le lezioni da remoto un’occasione, oltre che di apprendimento, anche di intrattenimento, senza pregiudizi. Un’idea di scuola straordinariamente inclusiva in un paese ad alto tasso di analfabetismo.

 A causa della situazione emergenziale, come negli anni Sessanta, il mondo della scuola torna a confrontarsi con un radicale cambiamento non solo didattico, ma culturale. Oggi come allora, il necessario processo di modernizzazione nazionale che investe l’e-learning dà vita ad un ampio dibattito circa le differenze di classe sociale.

 Ci vuole un nuovo “metodo Manzi” affinché non vengano meno i caratteri propri che disegnano il senso di comunità scolastica, intesa come «corso di formazione per integrare le persone» (secondo la definizione dell’antropologo Marco Aime): la condivisione, la responsabilità, la complicità, l’accessibilità per tutti.

Non è mai troppo tardi per mettersi sulla strada della conoscenza, non è mai troppo presto per tracciare sentieri e prospettive di più ampio respiro.

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Schooltoon per rimanere sempre aggiornato sulle nostre lezioni

Utilizziamo Mailchimp come piattaforma di marketing. Cliccando per iscriverti, accetti che le tue informazioni vengano trasferite a Mailchimp. Consulta la privacy policy di Mailchimp e la nostra informativa sul trattamento dei dati.